El Maestro
Adolfo Pedernera (Avellaneda, 15 novembre 1918 - Buenos Aires, 12 maggio 1995) | Pentavalida
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"Ho parato un rigore che resterà nella storia di Leticia", raccontava nella lettera dalla Colombia un giovane argentino. Si chiamava Ernesto Guevara, e ancora non era il Che. Nel 1952 andava alla ventura lungo le strade del Sudamerica. Sulle sponde del Rio delle Amazzoni, a Leticia, fu allenatore di una squadra di calcio. Il suo compagno di viaggio, Guevara lo chiamava Pedernerita. Non c'era modo migliore di elogiarlo.
Adolfo Pedernera era stato l'asse portante della Máquina del River. Questo uomo-orchestra occupava tutte le posizioni, da un estremo all'altro della linea d'attacco. Dalle retrovie creava gioco, effettuava passaggi nella cruna dell'ago, cambiava marcia, affondava a sorpresa; in avanti, fulminava i portieri.
Il desiderio di giocare gli faceva solletico al corpo. Avrebbe voluto che le partite non finissero mai. Quando scendeva la notte, i funzionari tentavano, invano, di mandarlo via dagli allenamenti. Volevano allontanarlo dal calcio, ma non ci riuscivano, perché era il calcio che si rifiutava di staccarsi da lui.