Paolino Pulici

Pupi o Puliciclone

"Ricordatevi che loro vi stanno guardando, diceva quando passavamo davanti allo spogliatoio dei grandi. E per loro intendeva Mazzola, Maroso, Castigliano, Gabetto. Poi c'erano i vecchi cuori granata. Guarda Pupi, questo è l'autografo di capitan Valentino. Sai, Pupi, che un gol come il tuo l'ho visto fare a Libonatti?"



Paolino Pulici (Roncello, 27 aprile 1950) | Leggenda
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Video: i suoi gol in serie A: 1 - 2 - 3 - 4

"Pulici «nacque» al Torino, anzi al Toro, il giorno in cui il presidente Orfeo Pianelli lo vide giocare, ragasso, tutto coperto di sangue, e rifiutarsi di lasciare il campo. Da allora sia Pulici che Pianelli hanno fermissimamente creduto all'importanza del sangue: e il Torino mai ebbe giocatore più sanguigno, anche teatralmente, anche grandguignolescamente (certi turbanti; il polso fasciato per mesi; quel cadere urlando come se l'avversario lo stesse squartando, lo stesse gettando in aria per appenderlo a un gancio da macellaio). D'altronde il Torino ci stava, offriva giusti copioni al grande attore. Il tutto in buona fede reciproca, sia chiaro. E' stato un lungo splendido equivoco. Pulici limitava con la sua teatralità il Torino, che però proprio di teatralità viveva, e mica soltanto quella di Paolo Pulici detto Paolino, detto Pupi. Anche la gente ci stava, rideva per rito e intanto lo voleva, aspettava soprattutto i colpi dì Pulici nel derby: e siccome la commedia era recitata bene e in buona fede, ci credeva anche la Juve, e prendeva i gol. Pulici è stato un grande, grandissimo giocatore di un piccolo calcio".

Gian Paolo Ormezzano, "La Stampa", 23 agosto 1980