Gigirriva



"Gigirriva è stato così chiamato dai sardi, il cui amore superava il lezio. Egli è in effetti Luìs: un tipo a nome Gigi non può passare per "rombo di tuono": Gigi vale a un dipresso Marisa: Luìs non è neppure il "vago giglio" dei Gonzaga: è un rude contadino-pescatore della riva lombarda del Maggiore, che ha dato anche un campione come Alfredo Binda. Quando penso a Riva, io rivedo Tristano di Cornovaglia, che scappava qualche volta con la regina Isotta ma più spesso in suo onore vinceva le giostre e saltava metri 9,47 in lungo. Luìs Riva andava fiero della sua armatura, amava il mestiere con eroica dedizione: rischiava le caviglie per segnare, rischiava spesso il collo in acrobazia. Il suo sinistro era squassante, ciclonico: il buon dio ha voluto in certo modo risarcire noi comuni mortali negandogli l'uso del piede destro. Il suo scatto era di fulminea violenza, tanto che a ben pensarci non gli serviva quasi mai il dribbling".
Gianni Brera (fonte)

Lo stile di gioco
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