La menzogna che cammina


"Romário è il calcio, perché il calcio è soprattutto inganno e nessuno inganna meglio di Romário.  L'estetica della pigrizia, caratteristica inconfondibile del suo creativo padrone, non è altro che una maschera, perché durante il gioco lui è menzogna che cammina. I movimenti lenti sono la corda di un arco che si tende per scoccare una freccia inattesa, improvvisa e letale. Freccia precisa per ogni bersaglio. Quella falsa lentezza nasconde una tempesta di idee e quando trova quella che più gli piace, scopre il veleno della freccia, che sta nell'idea stessa (insolita), nella repentina velocità (esplosiva) e nella sorpresa che di solito ti costringe a verificare che tutto ciò che sembrava sul punto di accadere è il contrario di quel che è accaduto realmente. Perciò è bene non credere ai suoi occhi, al suo corpo o ai suoi piedi. Tutta una bugia. Vive mandando messaggi falsi, dando informazioni sbagliate e svelando la verità solo all'ultimo istante. Inutile aggiungere che questa verità di solito scuote la rete. [...] Nell'area, luogo nel quale il tempo vola, Romário è capace di pause interminabili. Nell'area, dove aumenta l'angoscia, a Romário calano le pulsazioni"
(Jorge Valdano, Il sogno di Fùtbolandia, "Romario, l'artista bugiardo")



"Venuto da chissà quale regione dell'aria, la tigre appare, piazza la zampata e svanisce. Il portiere, acchiappato nella sua gabbia, non ha neanche il tempo di battere ciglio. Una fiammata, e Romario infila i suoi gol in mezza girata, in rovesciata, a volo, di sguincio, di tacco, di punta o di profilo".
"Romario nacque nella miseria, nella favela di Jacarezinho, ma già da bambino si allenava con la firma, per i molti autografi che avrebbe poi firmato nella vita. Conquistò la fama senza pagare il dazio della menzogna obbligatoria: quest'uomo poverissimo si è sempre concesso il lusso di fare quel che voleva, gaudente della notte, casinaro, ha sempre detto quello che pensava senza pensare a quello che diceva. Ora ha una collezione di Mercedes Benz e duecentocinquanta paia di scarpe, ma i suoi migliori amici sono ancora quegli impresentabili campioni dell'arte di arrangiarsi che da bambino gli insegnarono il segreto della zampata".
(Eduardo Galeano, Splendori e miserie del gioco del calcio, "Romario")